Una domanda che ci si pone spesso è: come la digitalizzazione della PA può essere un fattore di risparmio?
La digitalizzazione della PA avviene “grazie” a switch-off legislativi, più che a scelte consapevoli. In primis vanno ricordati la modifica intervenuta nel Codice dei Contratti (nullità dei contratti non redatti e approvati in forma digitale), il DPCM 12 gennaio 2015 (digitalizzazione dell’intero ciclo/produzione della PA), fattura elettronica.
Un processo di digitalizzazione della PA fondato esclusivamente sugli switch-off sollecita e costringe la burocrazia a cambiare. Tuttavia se questi processi “non sono accompagnati”, mostrano, alla lunga tutti i limiti sia sul versante dell’efficienza, che su quello del risparmio. Se vorrà generare effetti positivi, la digitalizzazione insomma, non può essere vissuta dalla Pubblica Amministrazione come una sorta di coercizione. Gli investimenti nel digitale sono vissuti come un “costo” dagli Amministratori (ciò vale anche nel mondo delle imprese private).
Se motivati e finalizzati, gli investimenti, nel tempo, potranno generare risultati/benefici ed essere una condizione per ottenere risparmi importanti, per guadagnare in efficienza, per migliorare il rapporto difficile che oggi intercorre tra la Pubblica Amministrazione e i cittadini.
Per realizzare efficacemente i processi di digitalizzazione ci sarà bisogno, tuttavia di una crescita, sia nella Pubblica Amministrazione, che tra i cittadini, della cultura digitale. In questo senso, è necessario intraprendere in modo strutturato ed organizzato politiche di alfabetizzazione digitale della popolazione.
Anche gli operatori e i fornitori della Pubblica Amministrazione, devono partecipare con una logica di co-progettazione a questi processi. È necessario arrivare a forme di co-progettazione tra fornitori e clienti.
È finita l’epoca della fornitura “verticale” di prodotti e servizi.
In sintesi: i processi di digitalizzazione (e i conseguenti risparmi) avverranno in Italia “a macchia di leopardo”. Nel consolidarsi di questa “geografia dell’innovazione” influiranno la vision degli Amministratori più avveduti che gestiranno i processi anche con l’obiettivo di favorire il dialogo e la partecipazione dei cittadini.
Peserà tuttavia la logica degli switch-off. Se le modifiche legislative non saranno accompagnate da un supporto culturale e di competenze, i processi di cambiamento non dispiegheranno tutti i risultati attesi.